domenica 17 novembre 2013

La grande storia di Lloyd Hamilton (9) A Self-Made Failure e le delusioni del 1924

Nel 1924 Lloyd Hamilton era arrivato al momento massimo della sua popolarità. L'attore si era dimostrato bravissimo nel gestire storie brevi, commedie di due rulli in cui aveva la possibilità di immettere quante più gag possibili. Mancava solo un ultimo passo: il lungometraggio. Il primo tentativo arrivò con His Darker Self e fu un disastro. Il film venne subito accorciato dai distributori ed è quella la copia che possiamo visionare oggi (peraltro a sua volta lacunosa di alcune parti importanti). Il secondo tentativo fu ancora più sfortunato, se possibile. Lloyd Hamilton dovette partecipare a un film nel quale non ebbe minimamente voce in capitolo in nessuna fase della sua creazione.
Il soggetto venne scelto dal produttore, J. K. McDonald, che incaricò gli sceneggiatori di creare una storia ricca di pathos. McDonald voleva sostanzialmente girare un film "impegnativo", che facesse commuovere lo spettatore, più che divertirlo. Per questo decise di affidare le riprese a un regista non avvezzo alle commedie, tal William Beaudine, esperto in film drammatici. Anche la lunghezza dell'opera (8 rulli, circa 1 ora e 20) era piuttosto eccessiva per gli standard dell'epoca. La maggior parte dei lungometraggi comici si mantenevano più o meno intorno all'ora di durata.
A Self-Made Failure (mai titolo fu tristemente più appropriato) si rivelò quasi subito un colossale fiasco, soprattutto per i tenori a cui Lloyd Hamilton aveva abituato il suo pubblico. Del film oggi si conserva l'ampia sceneggiatura, un trailer di qualche minuto e tantissime foto di scena, che aiutano ad operare una ricostruzione della trama, che ho descritto più avanti. La storia ha già in seme tutti gli ingredienti per fallire dal principio. Il personaggio principale, interpretato da Lloyd Hamilton, non dispone neanche parzialmente della simpatia di un Harold Lloyd, della profondità di un Chaplin, dell'enigmaticità di un Buster Keaton ne del fascino di un Harry Langdon. In questo film Hamilton incarna sobriamente, senza evoluzioni di sorta, il personaggio dell'idiota. Mentalmente ritardato, lascia scorrere gli eventi senza poter far nulla per agire in modo intelligente. I "cervelli" pensanti che muovono i fili della narrazione sono tutti quelli degli altri, tranne il suo. Non sa distinguere il buono dal cattivo, risulta drammaticamente analfabeta (prova a scrivere ovunque per imparare i rudimenti della grammatica, ma si rende ancora più ridicolo davanti alle persone a cui tiene), viene respinto dalla donna di cui è invaghito e accetta il destino con cupa rassegnazione, non riesce ad aiutare gli altri, ancora meno la sua persona. E' solo la fatalità che gli permette di risolvere la situazione che sta dietro alla storia raccontata, senza averne d'altra parte merito alcuno. Lloyd Hamilton non ebbe la forza di reagire e opporsi al progetto di questo film, simboleggiante l'inizio del suo declino di star comedian. Si rese conto in seguito che, a parte un paio di scene - una in cui deve lottare contro l'imbarazzo di avere un buco nel vestito per la notte e un'altra in cui combatte nella sua cella con una farfalla dispettosa -  il suo personaggio era assolutamente ai margini della storia, sebbene protagonista apparente della stessa. Le gag che tanto lo avevano reso famoso nei suoi film più brevi non erano più così importanti e il personaggio costruito intorno alla sua figura era assolutamente deficitario sotto ogni punto di vista. Demolito nell'anima, Lloyd Hamilton decise di tornare per sempre ai film a due rulli, dichiarando esplicitamente fosse l'unica durata consentita per ogni tipo di commedia. Dentro era stravolto e affranto. Il fallimento professionale era stato fino a quel momento sconosciuto per lui e doveva all'improvviso metabolizzare il dolore delle critiche.
In questa parte del saggio ho descritto i due lungometraggi in questione (His Darker Self e A Self-Made Failure), seguiti dalla descrizione dei tre cortometraggi (perduti) che Lloyd Hamilton girò durante la realizzazione di questi più importanti progetti, introducendo in essi apparentemente meno vigore e inventiva dei precedenti, eccetto forse che per Good Morning, opera molto particolare.
Dalla prossima puntata del saggio torneranno protagoniste altre belle commedie in due rulli, alcune delle quali fortunatamente affrancate dell'epidemia dei lost films. Tuttavia da questo momento, nella vita privata e in parte anche nell'approccio al lavoro, Lloyd Hamilton non sarebbe più stato lo stesso.


HIS DARKER SELF (Marzo 1924, originariamente 5 rulli, poi ridotti a 2). Diretto da John Noble. Interpreti: Lloyd Hamilton (Claude Sappington), Tom Wilson (Bill Jackson), Tom O' Malley (Uncle Eph), Irma Harrison (Darktown Cleopatra), Edna May Sperl (la ragazza di Jackson), Sally Long (la ragazza di Claude, figlia del governatore), Warren Cook (governatore), Kate Bruce (madre di Claude).

Di questo lungometraggio è rimasta solo la versione in 2 rulli, pubblicata anche in DVD con Looser Than Loose. Ecco la trama dell'edizione accorciata:
Hamilton è un ragazzo che ha la pretesa di sgominare dei contrabbandieri da solo. Nel primo rullo, vi sono incidenti in un parco tra lui, una ragazza carina e il padre di lei (che risulta essere il governatore di quella regione). La gag più divertente risulta quella di una farfalla che si posa sulla sua guancia e gli fa credere che sia la mano della ragazza. Tra gli incidenti che fanno andare su tutte le furie il governatore, spicca quello in cui Hamilton lo colpisce in pieno con un bastone - per recuperare il berretto che uno scoiattolo sta portando via - e quella in cui un cane lo morde selvaggiamente e lo stesso scoiattolo di insinua nei suoi pantaloni. Ovviamente quando qualche ora dopo Hamilton va a casa del governatore per chiedere la mano di sua figlia riceve un netto rifiuto. Nel secondo rullo, Hamilton si scurisce in volto per entrare in un saloon dove si trova il contrabbando di alcolici, frequentato solo da uomini di colore. Il boss del luogo è interpretato dall'attore Tom Wilson, qui anche lui con la pelle nera. Vi sono gag di vario tipo, sui balli neri e sul modo di miscelare un cocktail, ma l'azione pare confusa. Riappare la ragazza del primo rullo, e Tom Wilson è geloso di lei (quando questa flirta con Hamilton). Poi Wilson intende fare il gioco dei coltelli con il povero Hamilton che se la da a gambe terrorizzato, finisce in mare e torna bianco. I neri si spaventano e scappano poiché credono sia un prodigio. Ultima inquadratura: Hamilton, la ragazza e tre piccoli bambini camminano in strada, evidentemente ora sono sposati con prole perché lui ha risolto il caso.
L'azione è a dir poco priva di senso, se mai questo film ha avuto ragion d'essere nei cinque rulli originali, la riduzione a due lo ha stravolto senza capo ne coda.

Descrivo la trama come si presentava originariamente nel lungometraggio vero e proprio:
Uncle Eph, un domestico di lungo corso della famiglia Sappington, è intenzionato a guadagnare soldi extra. Nel tempo libero, consegna degli imballaggi al Black Cat, un caffé "per persone selezionate". A sua detta le casse dovrebbero contenere banane, in realtà sono piene di liquore di contrabbando. In seguito Uncle Eph viene accusato di un omicidio che non ha commesso. Il vero assassino, Bill Jackson (Tom Wilson), è il proprietario del caffé e il capo dei contrabbandieri. Claude Sappington (Lloyd Hamilton), un giovane scrittore di gialli, si adopera per dimostrare l'innocenza del domestico. All'inizio, il ragazzo non mostra altro che grande inettitudine, come quando una pila di pacchetti che tiene in mano oscurano la sua vista e lo fanno cadere nella tromba dell'ascensore. Il giovane comunque ha la faccia tosta e il coraggio necessari per mascherarsi da uomo di colore con del sughero bruciato in viso e farsi assumere così da Bill Jackson, come aiuto cameriere. Nel tentativo di penetrare nel circolo di contrabbando, Claude finisce per essere usato da bersaglio in una gara di lancio coltelli. Poi, per sfuggire alle ire del boss, finisce nel mezzo di una riunione religiosa in riva al mare. Dopo essersi immerso nell'acqua per seguire un solenne rito di battesimo, Claude ne esce completamente bianco. Questa cosa non solo sciocca la folla, ma lo pone alle attenzioni dei contrabbandieri. Claude sopravvive a tutte le avversità solo con l'aiuto della sua ragazza, la figlia del governatore. Ascoltandolo parlare con la sua fidanzata, Claude si rende conto che il vero assassino è proprio Bill Jackson. Il giovane detective si azzuffa con Jackson, ma quest'ultimo fugge e inizia un inseguimento tra motoscafi. Claude infine riesce a catturarlo e lo porta dalle autorità. Provando che il vero colpevole è proprio Jackson, Claude salva Uncle Eph dall'impiccagione. Il governatore però si scandalizza nel vedere sua figlia tra le braccia di un uomo di colore. Ma la ragazza spiega che è solo un "travestimento" e i due ottengono il permesso di sposarsi.
Le recensioni furono discordanti e ve ne furono anche di favorevoli. Il film fu comunque una grande delusione per Lloyd Hamilton, che se si confrontava con Sherlock Jr. di Buster Keaton e Girl Shy di Harold Lloyd (i concorrenti del 1924) ne usciva decisamente con le ossa rotte. Fu per questo motivo che si scelse di distribuire la versione a due rulli quasi subito, ritenuta la durata giusta ma evidentemente confezionata male.

A SELF-MADE FAILURE (Giugno 1924, 8 rulli). Produttore: J. K. McDonald. Distribuito dalla First National. Soggetto: J. K. McDonald. Sceneggiatura: Violet Clarke, Tex Neal e John Grey. Diretto da William Beaudine. Interpreti: Lloyd Hamilton (Breezy), Benny Alexander (Sonny), Matt Moore (John Steele), Patsy Ruth Miller (Alice Neal), Mary Carr (Nonna Neal), Sam DeGrasse (Cyrus Cruikshank), Chuck Riesner (Spike Malone). Lost Film.

Un Trailer del film lungo tre minuti è presente negli archivi della Library of Congress e fu presentato alle Giornate del Cinema Muto del 1991, all'interno del programma dedicato a Lloyd Hamilton.
Su carta, altri ruoli erano stati pensati per Dot Farley e Monte Collins (in sceneggiatura) ma i due attori non vennero poi utilizzati.
Trama: Breezy, un accomodante vagabondo, si prende cura di Sonny, un ragazzino orfano di un suo vecchio amico, che lo ha pregato di farlo crescere adeguatamente. I due capitano in un paesino di provincia. Una vecchia e derelitta pensione, tirata avanti da una disperata vecchina (Nonna Neal), viene ulteriormente impoverita e privata di cliente a causa della presenza di una ricca casa di cura, posseduta dall'arcigno Cyrus Cruikshank. Breezy familiarizza con l'anziana donna e la sua giovane nipote Alice, di cui si innamora. Allo stesso tempo viene assunto nell'albergo di Cruikshank, poiché in principio scambiato per uno dei massaggiatori con una grande accoglienza. Pur di non ammettere il suo errore, Cruikshank tiene l'incapace Breezy tra i suoi lavoranti. Intanto il sognante romanziere John Steele, insolvente cliente del posto, viene allontanato da Cruikshank. Convinto che l'uomo se ne sia voluto andare per scelta, Breezy lo acconpagna nella pensione di Nonna Neal. Tra John e Alice nasce subito l'amore e Breezy è affranto. Con il procedere della storia, si insinua la consapevolezza della disonestà di Cruikshank. A quanto pare, il vero proprietario delle sorgenti dell'albergo non era lui ma il defunto padre di Alice, costretto a cedere le sue proprietà per saldare un debito con Cruikshank. Sembra anche che l'uomo prima di morire fosse riuscito ad estinguere questo debito, ma Cruikshank era stato così lesto da insabbiare tutto. Dopo uno dei suoi atti maldestri, il povero Breezy viene cacciato via dall'albergo e finisce in prigione. Casualmente, l'atto di proprietà della casa di cura rimane incollato sotto le sue scarpe (c'era stato un tentativo di furto che aveva forzato la cassaforte di Cruikshank, lasciando cadere il documento) e viene identificato da Sonny e dal cagnolino Cameo, che lo porta subito a Steele, che nel frattempo stava proprio discutendo con Cruikshank. Giustizia viene fatta e l'albergo torna ai legittimi proprietari. L'idillio tra John Steele e Alice è sempre più forte. Breezy, dopo essere uscito di prigione, decide di allontanarsi e lasciare Sonny con la sua nuova famiglia. Il ragazzo lo prega di portarlo con sé, piangendo. I due stanno per allontanarsi insieme quando vengono richiamati dall'abbaiare di Cameo, ora padre di una nidiata di cagnolini. Breezy e Sonny decidono di restare per non separarsi dal cane e aiutarlo nella crescita dei cuccioli.
Ho già ampiamente parlato della storia nell'introduzione. Non tutte le recensioni furono negative, alcune dimostrarono persino pietà per il grigiore e l'ovvietà del film, ma questa cosa stravolse ancora di più il fragile equilibrio di Hamilton.

Questi tre cortometraggi vennero girati (e distribuiti) pressoché durante le riprese dei due lungometraggi appena descritti:

KILLING TIME (Aprile 1924, 2 rulli). Diretto da Fred Hibbard. Interpreti Principali: Lloyd Hamilton, Ruth Hiatt, Dick Sutherland, June Marlowe, Lloyd Bacon. Lost Film.

Hamilton è aiuto-garzone in una latteria. Dopo aver completato il suo giro di distribuzione del latte, va in un ristorante dove incontra un milionario, il quale sostiene di essere diventato ricco dopo aver trovato del petrolio sul suo terreno di allevatore. Dopo che Hamilton gli ha mostrato come un gentiluomo dovrebbe mangiare in pubblico, il milionario decide di assumerlo come insegnante di buone maniere.

GOING EAST (Maggio 1924, 2 rulli).  Diretto da Fred Hibbard. Interpreti Principali: Lloyd Hamilton, Ruth Hiatt, Dick Sutherland. Lost Film.

Incapace di diventare amico del nuovo toro del padre, Hamilton lo informa che se non se ne andrà  il toro sarà lui a lasciare la fattoria. Il padre preferisce trattenere il toro (pagato 50 dollari) e il povero ragazzo è costretto a fare le valigie. Viene seguito solo dal suo fedele cagnolino. Salito su un treno che va ad est, Hamilton incontra uno sceriffo che sta scortando due carcerati fino a Sing-Sing. Quando lo sceriffo si allontana temporaneamente, Hamilton deve farne le veci. Accade un trambusto. Più tardi, il giovane deve organizzare la sua prima notte nella cuccetta del treno. Durante il tragitto, permette ai quattro bambini di una signora di dormire con lui. Finisce per dover rimuovere briciole di pane e giocattoli dal suo giaciglio. A causa di un compagno di letto molto raffreddato, al risveglio Hamilton si accorge di essere stato contagiato. A dispetto della sua condizione, esce per andare a recuperare una borsa di pelle uscita fuori dal finestrino. Quando fa ritorno con una moffetta, gli altri passeggeri lo abbandonano staccando il resto del treno dal vagone su cui si trova.

GOOD MORNING (Giugno 1924, 2 rulli).  Diretto da Lloyd Bacon. Interpreti Principali: Lloyd Hamilton, Dick Sutherland, Ruth Hiatt, June Marlowe. Lost Film.

Hamilton consegna giornali per le case. Il suo cane, interpretando come un gioco i suoi sforzi per essere veloce, inizia a competere con lui. Il ragazzo inizia le consegne partendo dal suo vicinato, fermandosi ad aiutare i suoi vicini indigenti. Sebbene bene intenzionati, questi sforzi porteranno invariabilmente al disastro generale.
Ecco una recensione del cortometraggio, apparsa in Moving Picture World:
Lloyd Hamilton è divertente come sempre anche nella sua ultima commedia della Educational. Non vi è nulla di particolarmente nuovo in questo film, ma tutto il buono di Hamilton che era presente nei suoi precedenti lavori e che aveva portato a ottime risate risulta qui confermato. Un ragazzo addetto alla consegna giornali che soccorre un cagnolino fuggitivo che debutta nel suo lavoro, è conseguentemente ricompensato con un invito in una associazione di beneficenza e carità. Il cane di Hamilton, un'anatra, altri cagnolini, gatti e diverse varietà di animali vengono usati in questo due rulli per avvantaggiare e provocare le risate. Una torta di compleanno con dei mortaretti al posto delle candele distribuita agli invitati in una nuova maniera sarà una delle situazioni divertenti che delizieranno i fan di Lloyd Hamilton e risulteranno piacevoli per tutto il pubblico medio.

© Lorenzo Tremarelli

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