Charles Parrott, meglio conosciuto come Charley Chase, nasceva a Baltimora 122 anni fa. Oggi questo genio della comicità silenziosa - ma per inciso non della slapstick comedy più grossolana, meglio della silent comedy più raffinata in parte antesignana della screwball - non viene molto ricordato, forse perché gran parte di chi si occupa di storia del cinema non lo conosce (se non forse per nome o per qualche breve estratto) e anche perché alcune delle sue migliori commedie mute non hanno massima diffusione nel mondo dell'home video, pur se ottime raccolte di alcuni dei suoi migliori lavori sono uscite in DVD, in Europa e soprattutto negli Stati Uniti.
Di Charley Chase ho ampiamente parlato nella prima parte del mio libro sui Roach uscito l'anno scorso ma lì il focus principale è nella descrizione delle commedie, con particolare attenzione a quelle meno conosciute e alle informazioni sui lost films. Questo mio articolo di oggi vuole invece consigliare a tutti i lettori del mio blog l'acquisto di un nuovo volume (in inglese, ma fatto quasi esclusivamente di straordinario materiale fotografico) scritto dal mio amico Brian Anthony: THE CHARLEY CHASE SCRAPBOOK. Il libro è una vera e propria miniera di rarissime immagini, istantanee, ritagli di giornale, poster, locandine ed estratti, alcuni dei quali aventi origine dall'album di famiglia di Charley. In libro è stato realizzato in collaborazione con un altro studioso, Bill Walker. Del resto, per Brian Anthony è il secondo lavoro dedicato al suo attore comico preferito. Nel 1998 uscì infatti il suo SMILE WHEN THE RAINDROPS FALL, in assoluto la prima (e di fatto l'unica) biografia di Charley Chase mai pubblicata. Consiglio dunque a tutti l'acquisto di THE CHARLEY CHASE SCRAPBOOK, al quale anche io ho dato un piccolo contributo e che avrà la sua uscita ufficiale il 30 ottobre ma è già pre-ordinabile dal sito dell'autore: http://www.anthonyrestorations.com
Charley Chase è stato un uomo sfortunato. Genio della commedia mai davvero ripagato, ebbe la grandezza di far riprendere a grandi livelli gli studi Roach dopo la partenza di Harold Lloyd, di aiutare in modo ingente la formazione di una delle più dotate menti registiche comiche della storia del cinema, quel Leo McCarey che negli anni sessanta ancora lo considerava un maestro e dunque dare anche il via a quello stile inimitabile di fare cinema tipico dello studio, che da lì a pochissimo tempo influenzerà la composizione della coppia Laurel e Hardy, che molto deve anche a Chase, non solo a McCarey. Le commedie di Charley Chase sono portatrici di una comicità evoluta, sottile, intelligente. Ricercano il paradosso, l'imbarazzo, gli intoppi e gli equivoci che rendono la vita quotidiana contorta e macchinosa ma elettrizzante e avvincente perché sempre pronta al momento giusto a cambiare prospettiva. Mette in evidenza tutto quel che di folle, paradossale e illogico circonderà sempre l'esistenza e riderne con la grandezza di chi non riesce mai davvero a prenderlo troppo sul serio.
Lorenzo Tremarelli (born 1985) is an Italian film historian and preservationist whose primary field of expertise is the silent movie era, with a particular interest in the lives and careers of the classic silent and early sound movie comedians. He is the author of three books, several articles and essays.
martedì 20 ottobre 2015
domenica 21 giugno 2015
Cinema Ritrovato 2015, Sherlock Jr. e The Battle of The Century
Interessanti novità sul fronte che c'interessa.
Il prossimo Festival Del Cinema Ritrovato, che avrà luogo a Bologna dal 27 giugno al 4 luglio, sarà molto più ricco di silent comedy rispetto alle scorse edizioni. In aggiunta alla bella sezione su Leo McCarey, con in programma alcune perle mute e sonore del grande regista, degni di attenzione sono anche i film di Valentina Frascaroli, moglie del comico francese André Deed (del quale verrà proposto L'Uomo Meccanico del 1921 e qualche cortometraggio) e soprattutto l'inizio del Progetto Keaton. Dopo tanti anni di attenzione al restauro dei film di Charlie Chaplin, la Cineteca di Bologna inizia il suo cammino nella meravigliosa opera di Buster Keaton. In questa prima edizione verranno comunque proposte solo due pellicole, il cortometraggio One Week (1920, il primo di Keaton in ordine di distribuzione) e il capolavoro Sherlock Jr. (1924), summa onirica della visione del cinema e della commedia del suo autore. Di One Week ho già parlato nel mio libro "I Cortometraggi di Buster Keaton" (2014), su Sherlock Jr. scriverò qualcosa in questo articolo.
Forse il mio lungometraggio preferito di sempre, così esaustivo e succinto, perfetto nella tecnica e nello svolgimento, un film che soverchia il linguaggio cinematografico dell'epoca e restituisce a tanti anni di distanza scene d'intensità visiva incredibile, senza mai scivolare nell'onanismo autoriale o nell'autocompiacimento tecnico-stilistico. Con "Sherlock Jr." Keaton produce uno dei massimi capolavori della storia del cinema in soli tre quarti d'ora di durata e riesce a portare sullo schermo con risultati eccellenti alcuni trucchi che aveva imparato in teatro. Le gag inscenate, infatti, risultano inverosimili ed è solo la spiegazione del sogno che le rende plausibili.
Il titolo di lavorazione del film, The Misfit (Il disadattato), rende l'idea che in partenza le sfumature esistenziali del personaggio erano ancora più marcate. Alla fine comunque ciò che rimane più evidente nell'opera è una grande riflessione sul mezzo cinema, su quello che può raccontare, sulle illusioni, le aspettative e la vita che genera. A livello tecnico il film è perfetto. Keaton poteva disporre di uno dei cameraman più dotati di sempre, Elgin Lessley, e gli effetti speciali ottenuti risultavano tanto inediti per il 1924 da far scuola tra gli addetti ai lavori. Lo schermo nel quale Buster entra nella fase onirica era in realtà un set teatrale illuminato. I cambi di scena vennero realizzati chiedendo a Keaton e agli spettatori di rimanere fermi in attesa della successiva alterazione del set. Le scene di strada vennero inserite partendo da uno schermo bianco.
Il vortice della finzione, del cinema e del suo mutamento, la sua ubiquità in progress, lascia Buster smarrito in quella che può essere annoverata come una delle più significative immagini della storia della settima arte. L'incapacità dello spettatore di stare al passo con l'immensità del cinema, o del cineasta nel delinearne i giusti confini. Il sogno giustifica. Gioco, illusione, uno scherzo dell'inconscio che vaga e che vive le sue bizzarre manie in un circo perpetuo. Tra i giochi illusionistici di Keaton spicca senza dubbio il numero in cui dà l'impressione di passare attraverso il corpo della finta venditrice ambulante (il suo aiutante Gillette travestito, interpretato dal bravo Ford West). Il trucco è chiaramente sbalorditivo. Un gioco di prestigio fenomenale di cui Keaton era intenzionato a non svelare nulla. Ci volle il talento persuasivo del biografo Rudi Blesh per corromperlo. Buster Keaton era prima di tutto figlio del vaudeville, poi un curioso amico del cinema che istintivamente innovava. Un po' come Chaplin, e forse questa è l'unica cosa che davvero li accomuna, Keaton si trovava a inventare il cinema senza ancora sapere cosa fosse sul serio. Anche qui la sua grandezza. Il Buster attore qui è sorprendente, come e in più degli altri film. Le scene più inverosimili così come quelle più spericolate vengono giustificate dal sogno e in un certo senso il regista ha la possibilità di rigettarsi nel bel "clima" dei due rulli, che richiedevano meno plausibilità.
In questo film Keaton si trovò a fare la controfigura per un altro attore. Nella scena in cui sale su un motorino guidato da un finto poliziotto, che poi cade per l'impatto di una buca, è Keaton stesso a fare lo stuntman. Prese un attrezzista e lo mise alla guida per poi indossare lui stesso gli abiti da poliziotto. Ad un certo punto riceve una palata di terra sugli occhi da uno degli operai che stavano scavando, perde completamente il controllo della moto fino a capitolare sul tetto di un'automobile. Una delle caratteristiche stupefacenti di Keaton è di aver rischiato più volte di morire ed essere rimasto illeso da tanti incidenti, quasi un inevitabile destino verso il pericolo, più forte di tutto e delle circostanze.
Le riprese di Sherlock Jr. infatti sarebbero anche potute finire in tragedia. Nella scena in cui prova a inseguire il rivale Ward Crane, si trova a camminare sopra a un treno che sta viaggiando nella direzione opposta. Quando si afferra a una corda per scendere, non si accorge che era quella del serbatoio dell'acqua e viene travolto dal gettito imponente. Cade a terra e sbatte la testa su un binario. Il male è forte ma non dura molte ore, quindi Keaton chiude l'incidente senza troppi approfondimenti. Molti anni dopo, trovandosi a fare una radiografia, i medici gli dicono senza mezzi termini di aver riscontrato un callo causato molti anni prima dalla frattura dell'osso del collo. Un Keaton stupefatto si trova quindi a ricollegare l'incidente avvenuto durante le riprese di Sherlock Jr. e si rende conto dell'enorme fortuna avuta. Destino. E lo ricordava nelle interviste.
Meno drammatico ma degno di nota pure quanto accadde nella gabbia dei leoni nel momento in cui venne ripresa la scena poi inserita nei cambi di paesaggio sullo schermo all'inizio del sogno, in cui Buster pare essere nella savana circondato dalle belve feroci. Keaton la filmò in una gabbia circolare, alla Universal. Era solo insieme ai leoni con Elgin Lessley pronto a girare attraverso un buco. Ad un certo punto i leoni cominciano a seguirlo e Keaton non è troppo sicuro di dove si trovi il cancello di uscita. Rimane spaventato a tal punto che decise di non rigirare la scena con la cinepresa B, quella del negativo europeo.
Come coprotagonista venne scelta Kathryn McGuire (1903-1978). La ragazza aveva già lavorato con Mack Sennett, ma non era molto attraente, né particolarmente dotata come attrice (apparirà anche nel successivo film di Keaton). In principio per il ruolo era stata individuata l'attrice Marion Harlan (1904-1971) ma pare non stesse molto bene di salute e dovette declinare.
Si racconta che l'amico Roscoe Arbuckle (già, il povero Arbuckle) girò alcune scene di questo film, chiamato per affetto da Keaton, probabilmente l'inizio, la scena in motocicletta o poco altro, ma era troppo giù di morale per aver potuto dare il suo contributo artistico al lavoro. Dopo un breve periodo di collaborazione il suo fragile sistema nervoso convinse Keaton a fargli abbandonare il set. Sherlock Jr. era un progetto molto impegnativo da affrontare per un cineasta in crisi come Roscoe.
Keaton impiegò cinque mesi per girare Sherlock Jr., ma al momento dell'anteprima non venne ricevuto molto bene dal pubblico. Dopo tre anteprime non riuscite, Keaton si decise ad accorciare il film di circa un rullo, condensando i momenti più salienti della narrazione. Su 18.000 metri di pellicola girati ne vennero utilizzati poco più di 1.200. Paradossalmente, il film era così avanti con i tempi che pubblico e critica non ne seppero cogliere la grandezza. Mai forse la critica è stata così miope con un autore. Fu di conseguenza un insuccesso anche di pubblico, ma questo pare abbastanza comprensibile. Keaton fece qualcosa che prima non si era mai vista. Il film arrivò in Italia nel 1925 con il titolo iniziale di Calma, signori miei per poi riuscire anche nel 1931 sotto l'assurdo La palla n. 13 che tuttora rimane il più diffuso titolo italiano di Sherlock Jr.
Secondo la Rivista Cinematografica questo film era "soffuso di un genuino senso comico" e Buster Keaton un attore "buddistico". I giudizi sul film erano buoni, ma forse al di là degli aspetti superficiali la sua estrema modernità non era del tutto compresa nel nostro paese, che si sarebbe divertito per anni con le comiche di Larry Semon (Ridolini, serie estremamente popolare in Italia tanto da essere sonorizzata alla fine degli anni '30 per poter ancora girare nelle sale), dirette ed elementari ma piuttosto povere di regia e con la morale del superuomo che tanto piaceva al regime.
Desidero chiudere questo articolo sottolineando la fastosa e irrefrenabile esultanza avuta alla notizia del rinvenimento del secondo rullo integrale di THE BATTLE OF THE CENTURY (Clyde Bruckman, 1927), protagonisti Stan Laurel e Oliver Hardy, una delle opere comiche più suggestive della storia del cinema. La notizia è stata diffusa più o meno una settimana fa. Il ritrovamento ci restituisce integralmente tutta la sequenza della battaglia delle torte (finale compreso) e qualcos'altro.
Forse il mio lungometraggio preferito di sempre, così esaustivo e succinto, perfetto nella tecnica e nello svolgimento, un film che soverchia il linguaggio cinematografico dell'epoca e restituisce a tanti anni di distanza scene d'intensità visiva incredibile, senza mai scivolare nell'onanismo autoriale o nell'autocompiacimento tecnico-stilistico. Con "Sherlock Jr." Keaton produce uno dei massimi capolavori della storia del cinema in soli tre quarti d'ora di durata e riesce a portare sullo schermo con risultati eccellenti alcuni trucchi che aveva imparato in teatro. Le gag inscenate, infatti, risultano inverosimili ed è solo la spiegazione del sogno che le rende plausibili.
Il titolo di lavorazione del film, The Misfit (Il disadattato), rende l'idea che in partenza le sfumature esistenziali del personaggio erano ancora più marcate. Alla fine comunque ciò che rimane più evidente nell'opera è una grande riflessione sul mezzo cinema, su quello che può raccontare, sulle illusioni, le aspettative e la vita che genera. A livello tecnico il film è perfetto. Keaton poteva disporre di uno dei cameraman più dotati di sempre, Elgin Lessley, e gli effetti speciali ottenuti risultavano tanto inediti per il 1924 da far scuola tra gli addetti ai lavori. Lo schermo nel quale Buster entra nella fase onirica era in realtà un set teatrale illuminato. I cambi di scena vennero realizzati chiedendo a Keaton e agli spettatori di rimanere fermi in attesa della successiva alterazione del set. Le scene di strada vennero inserite partendo da uno schermo bianco.
Il vortice della finzione, del cinema e del suo mutamento, la sua ubiquità in progress, lascia Buster smarrito in quella che può essere annoverata come una delle più significative immagini della storia della settima arte. L'incapacità dello spettatore di stare al passo con l'immensità del cinema, o del cineasta nel delinearne i giusti confini. Il sogno giustifica. Gioco, illusione, uno scherzo dell'inconscio che vaga e che vive le sue bizzarre manie in un circo perpetuo. Tra i giochi illusionistici di Keaton spicca senza dubbio il numero in cui dà l'impressione di passare attraverso il corpo della finta venditrice ambulante (il suo aiutante Gillette travestito, interpretato dal bravo Ford West). Il trucco è chiaramente sbalorditivo. Un gioco di prestigio fenomenale di cui Keaton era intenzionato a non svelare nulla. Ci volle il talento persuasivo del biografo Rudi Blesh per corromperlo. Buster Keaton era prima di tutto figlio del vaudeville, poi un curioso amico del cinema che istintivamente innovava. Un po' come Chaplin, e forse questa è l'unica cosa che davvero li accomuna, Keaton si trovava a inventare il cinema senza ancora sapere cosa fosse sul serio. Anche qui la sua grandezza. Il Buster attore qui è sorprendente, come e in più degli altri film. Le scene più inverosimili così come quelle più spericolate vengono giustificate dal sogno e in un certo senso il regista ha la possibilità di rigettarsi nel bel "clima" dei due rulli, che richiedevano meno plausibilità.
In questo film Keaton si trovò a fare la controfigura per un altro attore. Nella scena in cui sale su un motorino guidato da un finto poliziotto, che poi cade per l'impatto di una buca, è Keaton stesso a fare lo stuntman. Prese un attrezzista e lo mise alla guida per poi indossare lui stesso gli abiti da poliziotto. Ad un certo punto riceve una palata di terra sugli occhi da uno degli operai che stavano scavando, perde completamente il controllo della moto fino a capitolare sul tetto di un'automobile. Una delle caratteristiche stupefacenti di Keaton è di aver rischiato più volte di morire ed essere rimasto illeso da tanti incidenti, quasi un inevitabile destino verso il pericolo, più forte di tutto e delle circostanze.
Le riprese di Sherlock Jr. infatti sarebbero anche potute finire in tragedia. Nella scena in cui prova a inseguire il rivale Ward Crane, si trova a camminare sopra a un treno che sta viaggiando nella direzione opposta. Quando si afferra a una corda per scendere, non si accorge che era quella del serbatoio dell'acqua e viene travolto dal gettito imponente. Cade a terra e sbatte la testa su un binario. Il male è forte ma non dura molte ore, quindi Keaton chiude l'incidente senza troppi approfondimenti. Molti anni dopo, trovandosi a fare una radiografia, i medici gli dicono senza mezzi termini di aver riscontrato un callo causato molti anni prima dalla frattura dell'osso del collo. Un Keaton stupefatto si trova quindi a ricollegare l'incidente avvenuto durante le riprese di Sherlock Jr. e si rende conto dell'enorme fortuna avuta. Destino. E lo ricordava nelle interviste.
Meno drammatico ma degno di nota pure quanto accadde nella gabbia dei leoni nel momento in cui venne ripresa la scena poi inserita nei cambi di paesaggio sullo schermo all'inizio del sogno, in cui Buster pare essere nella savana circondato dalle belve feroci. Keaton la filmò in una gabbia circolare, alla Universal. Era solo insieme ai leoni con Elgin Lessley pronto a girare attraverso un buco. Ad un certo punto i leoni cominciano a seguirlo e Keaton non è troppo sicuro di dove si trovi il cancello di uscita. Rimane spaventato a tal punto che decise di non rigirare la scena con la cinepresa B, quella del negativo europeo.
Come coprotagonista venne scelta Kathryn McGuire (1903-1978). La ragazza aveva già lavorato con Mack Sennett, ma non era molto attraente, né particolarmente dotata come attrice (apparirà anche nel successivo film di Keaton). In principio per il ruolo era stata individuata l'attrice Marion Harlan (1904-1971) ma pare non stesse molto bene di salute e dovette declinare.
Si racconta che l'amico Roscoe Arbuckle (già, il povero Arbuckle) girò alcune scene di questo film, chiamato per affetto da Keaton, probabilmente l'inizio, la scena in motocicletta o poco altro, ma era troppo giù di morale per aver potuto dare il suo contributo artistico al lavoro. Dopo un breve periodo di collaborazione il suo fragile sistema nervoso convinse Keaton a fargli abbandonare il set. Sherlock Jr. era un progetto molto impegnativo da affrontare per un cineasta in crisi come Roscoe.
Keaton impiegò cinque mesi per girare Sherlock Jr., ma al momento dell'anteprima non venne ricevuto molto bene dal pubblico. Dopo tre anteprime non riuscite, Keaton si decise ad accorciare il film di circa un rullo, condensando i momenti più salienti della narrazione. Su 18.000 metri di pellicola girati ne vennero utilizzati poco più di 1.200. Paradossalmente, il film era così avanti con i tempi che pubblico e critica non ne seppero cogliere la grandezza. Mai forse la critica è stata così miope con un autore. Fu di conseguenza un insuccesso anche di pubblico, ma questo pare abbastanza comprensibile. Keaton fece qualcosa che prima non si era mai vista. Il film arrivò in Italia nel 1925 con il titolo iniziale di Calma, signori miei per poi riuscire anche nel 1931 sotto l'assurdo La palla n. 13 che tuttora rimane il più diffuso titolo italiano di Sherlock Jr.
Secondo la Rivista Cinematografica questo film era "soffuso di un genuino senso comico" e Buster Keaton un attore "buddistico". I giudizi sul film erano buoni, ma forse al di là degli aspetti superficiali la sua estrema modernità non era del tutto compresa nel nostro paese, che si sarebbe divertito per anni con le comiche di Larry Semon (Ridolini, serie estremamente popolare in Italia tanto da essere sonorizzata alla fine degli anni '30 per poter ancora girare nelle sale), dirette ed elementari ma piuttosto povere di regia e con la morale del superuomo che tanto piaceva al regime.
Desidero chiudere questo articolo sottolineando la fastosa e irrefrenabile esultanza avuta alla notizia del rinvenimento del secondo rullo integrale di THE BATTLE OF THE CENTURY (Clyde Bruckman, 1927), protagonisti Stan Laurel e Oliver Hardy, una delle opere comiche più suggestive della storia del cinema. La notizia è stata diffusa più o meno una settimana fa. Il ritrovamento ci restituisce integralmente tutta la sequenza della battaglia delle torte (finale compreso) e qualcos'altro.
Per una descrizione, collocazione storica del film e all'interno dell'opera di Laurel e Hardy, consultare il mio libro "Hal Roach: le migliori commedie del periodo muto", pagine 117-118 dell'edizione cartacea.
Sui lost films la speranza c'è sempre (questione Hats Off compresa, i fan di Laurel e Hardy sanno bene di cosa parlo), tuttavia mai avrei avuto l'ardire di sperare che in un così breve lasso di tempo dalla pubblicazione del mio libro queste scene sarebbero potute essere reintegrate a THE BATTLE OF THE CENTURY. Attualmente è in corso un restauro da parte di Lobster Films. A mio parere, in quanto a importanza del cortometraggio in questione, quello di cui parlo è il reperimento filmico più importante di questi ultimi anni. Un critico americano ha scritto pochi giorni fa che per i fan della commedia dei primordi questa scoperta equivale pressapoco a un Moby Dick che nuota verso riva trasportando il Sacro Graal. Credo abbia davvero ragione, soprattutto perché il film restava così impresso nell'immaginario di tanti appassionati e registi (tra cui il grande Blake Edwards) e adesso, a distanza di quasi novant'anni dalla sua prima uscita nei cinema, ci viene finalmente restituito nella sua interezza.
domenica 8 febbraio 2015
The Marcel Perez Collection in DVD
Pochi giorni fa negli Stati Uniti è uscito un DVD molto interessante, realizzato da Ben Model/Undercrank Productions, in associazione con Library of Congress. Il disco è dezonato e può essere letto in tutto il mondo senza problemi causati da codici regionali di sorta. All'interno vi sono dieci cortometraggi restaurati, accompagnati al piano proprio dal produttore e appassionato Ben Model. Protagonista dei film un comico del muto oggi davvero dimenticato: Marcel Perez. Io stesso ne avevo sentito parlare pochissimo, avendolo visto solo in alcuni corti girati in Italia con il soprannome Robinet (come La Nuova Cameriera è Troppo Bella, uscito qualche anno fa in un DVD con la Cineteca di Bologna).
Questo misconosciuto protagonista non solo aveva girato centinaia di film nell'epoca pioneristica della commedia cinematografica, i primi anni della Pathé e altre produzioni francesi dei primissimi del '900, ma aveva anche raggiunto incredibile notorietà internazionale per la lunghissima serie girata in Italia all'Ambrosio di Torino negli anni immediatamente precedenti lo scoppio della prima guerra mondiale. Poi, emigrato negli Stati Uniti, era stato regista e interprete di molti cortometraggi di successo in diverse case di produzione, prima di morire in maniera davvero precoce e sfortunata. La sua storia ci viene raccontata in un libro di 100 pagine (ricco di fotografie) scritto dallo storico del cinema Steve Massa. Il libro è uscito insieme al DVD e, sebbene da acquistare separatamente, viene realizzato apposta per accompagnare la visione delle comiche presenti nel disco. Il libro, Marcel Perez: The International Mirth-Maker ("mirth maker" può essere traducibile in italiano come "fabbricante di allegria") è infatti stato scritto proprio da uno degli autori del DVD. E' stato infatti proprio grazie alle instancabili ricerche di Massa se alcuni dei film della raccolta sono stati recuperati. Proprio il mio amico Steve Massa nel suo libro Lame Brains and Lunatics, the Good, the Bad and the Forgotten of Silent Comedy (BearManor Media, 2013) aveva dedicato un capitolo alla riscoperta di Marcel Perez. Il nuovo testo si presenta come un ampliamento aggiornato di quel capitolo, in quanto dei cortometraggi creduti perduti nell'arco di questi due anni sono stati ritrovati. La filmografia in appendice al testo è infatti uno dei punti forti di questo studio, ci dice infatti tutti quei film di Perez che risultano adesso in circolazione (contrassegnati con asterisco) e in quale ente o cineteca poterli rintracciare. Il libro, citando proprio le parole di Steve Massa in apertura, è "dedicato ai tanti trascurati uomini e donne della silent comedy, la cui abilità artistica e il duro lavoro, dietro e davanti la macchina da presa, è stato dimenticato a causa del passaggio del tempo e della perdita dei loro film".
In questi giorni ho visionato i film e devo dire di essermi davvero divertito. E' stata anche un'occasione per riflettere ed entrare nel mondo di un personaggio affascinante. Termino l'articolo con la lista dei titoli presenti, accompagnata da alcune brevi note/considerazioni che ho scritto per ciascun film. Alla prossima.
L'abito bianco di Robinet (1911) - Il film dura appena quattro minuti. Robinet indossa per la prima volta il suo abito bianco ma sceglie una giornata di pioggia per la sua uscita inaugurale. Viene presto imbrattato, infangato e impataccato a dovere per circostanze sfortunate e guai con i passanti, ma il fortuito incontro con dei secchi di vernice bianca lo rimette a nuovo.
Robinet innamorato di una Chanteuse (1911) - Robinet va a teatro e si innamora di una cantante. La segue persino a casa con risultati disatrosi. Il cortometraggio (così come i tre successivi) dura otto minuti. Questi film venivano girati frettolosamente, non c'è la cura scenografica, del soggetto, né alcuna caratterizzazione dei personaggi. Solo nel 1911 Marcel Perez gira 32 cortometraggi. Ma le idee erano intelligenti e possono essere lette oltre la loro sembianza superficiale. Qui Robinet viene presentato come un gentiluomo che, regredito psicologicamente al livello di stalker, finisce per presentarsi a casa della ragazza vestito da ladro.
Madamigella Robinet (1913) - Robinet ha una relazione adultera con una donna (Nilde Baracchi) e l'improvviso ritorno a casa del marito lo costringe a indossare abiti femminili allo scopo di farsi passare per un'amica. Farà colpo non solo su di lui ma sulla maggior parte degli uomini della città. Marcel Perez vestito da donna è convincente quasi quanto il Chaplin di A Woman di due anni dopo, ma mancano i dovuti primi piani ad esaltare trucco e movenze. Poi il corto prende la strada della dilatazione a palla di neve, di stampo surreale, che a causa della morbosa e grottesca attenzione che tutti gli uomini incontrati per strada sembrano provare per lui pone a Robinet la vaga immagine di ingenuo e inconsapevole trans ante-litteram.
Robinet è troppo amato da sua moglie (1912) - Robinet è ricoperto da mille attenzioni da parte della moglie. Finisce per trovarsi un'amante, stanco di questo atteggiamento esagerato ed oppressivo. Con i mezzi di una comicità semplice, grazie all'ingrandimento parossistico di ogni tic o tendenza umana, Marcel Perez ci racconta molte cose. Dietro un eccessivo zelo, una presenza costante e manifesta, si cela sempre una velata tirannia. Ma il suo personaggio è uno spirito libero e ne esce vincitore.
Robinet è geloso (1914) - Stavolta Marcel Perez ci mostra fin dove può arrivare l'irrazionale, immotivata e illogica gelosia, sotto forma delle manie di persecuzione di Robinet che, nel film, pedina sua moglie in un palazzo per poi scoprire alla fine si fosse allontanata solo per fargli un regalo: commissionare a uno scultore un busto su di lui!
A Bathtub Elopement (1916) - Il corto dura 12 minuti e avvia la serie dei corti americani presenti nel disco. Marcel Perez abbandona Robinet, il soprannome usato in Italia, per "Tweedledum" (Pincopanco). Girato alla Eagle Film Company, il film può contare sulla presenza di due volti molto noti agli appassionati di silent comedy, Louise Carver e Tom Murray. I due hanno il ruolo dei genitori della ragazza che il campagnolo Tweedledum vorrebbe sposare (Nilde Baracchi, in questa serie americana soprannominata Tweedledee, i due nomi insieme ricordano una filastrocca per bambini). Il film ha un set campestre, intorno a una fattoria. Tweedledum e Tweedledee sono innamorati ma i genitori di lei gli preferiscono l'altro bracciante e si mettono pesantemente di traverso. Finiscono quindi in fuga d'amore dentro una vasca da bagno usata come barchetta lungo il fiume. Il tutto ha un suo fascino, non foss'altro per l'ingegno e l'acume con cui il personaggio di Tweedledum riesce a perseguire l'obiettivo di scappare con la sua ragazza.
A Busy Night (1916) - Altro cortometraggio girato alla Eagle. Tweedledum interpreta ben sedici ruoli, vero e proprio mattatore della pellicola. Tornato a casa ubriaco e arrabbiato con il mondo intero, desidera che al mondo tutti siano come lui. Il sogno che mette in scena lo vede infatti protagonista di un triangolo amoroso e di altre peripezie slapstick, e tutti hanno la sua stessa faccia. Per l'epoca (il film è del 1916) la perfezione tecnica è a dir poco sorprendente. Nel cinema di Marcel Perez (che non solo interpreta ma dirige anche questi film) ampio spazio è dedicato all'esagerazione grottesca di ogni gesto o volontà, all'interpretazione surreale e anarchica della realtà, tesa a sottolineare il caos dell'universo circostante.
Camouflage (1918) - Jester Comedy di William Steiner. Ne sopravvive solo il secondo rullo. Twede- Dan (così viene chiamato Marcel Perez nella nuova serie) è un detective sulle tracce di quella che crede una spia tedesca (Nilde Baracchi). Al termine del film viene svelata la realtà: Nilde è solo un'attrice e quello che Twede- Dan crede essere il rifugio del Kaiser non è altro che un set cinematografico. Il cortometraggio conta su varie trovate ingegnose (guidare un veicolo con ruote di legno con l'ausilio del vento, un'automobile che contiene più di venti poliziotti, ecc.) e nell'ultima inquadratura troviamo la risata contagiosa del protagonista, esultante dopo aver tirato una torta alla panna contro l'attore che indossa il costume del Kaiser.
You're Next (1919) - Dopo essere stato sfrattato, Perez blocca il traffico con tutta la mobilia ma provoca la simpatia di alcuni poliziotti che lo accolgono in una delle stanze delle prigione con un vero e proprio pensionante. Nella seconda parte il simpatico vagabondo conosce una giovane che divide il suo destino (Dorothy Earle, la sua nuova leading lady). I due vengono assunti in uno studio cinematografico, la ragazza come attrice e Perez come trovarobe. La sua ingenuità lo porta a rovinare un set dietro l'altro, ma alla fine il regista decide di filmare i suoi pasticci e inseguimenti, molto più divertenti di tutto il resto. In questo film Perez rovescia il luogo comune dei poliziotti antipatici (tanto in voga nelle comiche dell'epoca) e ci presenta una variante del pasticcione/goffo/inesperto assunto come tuttofare in un teatro di posa. Molte gag impossibili in un due rulli che fila via senza un attimo di pausa.
Sweet Daddy (1921) - Marcel Perez passa alla Reelcraft. Le sue comiche vengono soprannominate "Mirth comedies". In questo film, Tweedy Dan è un povero marito vessato dalla moglie inflessibile e dittatoriale, il quale finisce per innamorarsi delle gambe di una delle ballerine di un manifesto teatrale (Dorothy Earle). In una scena surreale, lo vediamo flirtare con la ragazza del poster, la quale prende vita e gli permette di baciarla. Dopo pochi minuti la incontra sul serio, spedito dalla moglie a fare una commissione. Rapito dal fascino della ragazza, la seguirà anche durante lo spettacolo per poi invitarla a cena. Scoperto dalla moglie, Tweedy deve fingere di aver avuto un incidente. Coperto di bende e costretto a scappare da un minaccioso dottore armato di seghe e martelli e dalla moglie sempre più adirata. Il lato impossibile e anarchico di Marcel Perez si mostra in questo film come in tutti gli altri della collezione. Restio a qualsiasi forma di limite o imposizione, lascia vivere al suo personaggio le avventure più inverosimili e surreali, come in un sogno/incubo collocato in una giostra irresistibile e impazzita.
martedì 27 gennaio 2015
"Charlie Chaplin. le comiche Essanay" e "Tempi Moderni", edizioni Cineteca di Bologna in DVD
Oggi vorrei parlare di due uscite DVD italiane d'eccellenza, presentate tra la fine di novembre e l'inizio dello scorso dicembre, le quali meritano una piccola descrizione anche in questo blog.
Nelle passate settimane infatti ho avuto occasione di degustare più volte due dei migliori prodotti home video degli ultimi tempi, entrambi targati Cineteca di Bologna.
"Charlie Chaplin. le comiche Essanay" (doppio DVD con booklet) contiene i restauri Cineteca di Bologna/Lobster Films di tutti e 14 i cortometraggi ufficiali che Charlie Chaplin gira alla casa di produzione Essanay (1915-16), più il cameo His Regeneration (anch'esso in versione restaurata), il controverso Triple Trouble (che però permette di osservare parti dell'incompiuto Life, un progetto ambizioso sul tema della povertà tanto caro a Chaplin) e il film Carmen (1915) di Cecil B. De Mille, che lui si diverte a parodiare proprio in uno dei film della collezione. E' a Charlie Chaplin's Burlesque on Carmen che viene infatti dedicato il maggiore approfondimento grazie anche a un'intervista con l'autore dell'accompagnamento musicale presente nel DVD, l'ormai noto e bravissimo Timothy Brock. La collezione è arricchita da un libricino curato da Cecilia Cenciarelli, con all'interno anche un saggio di Peter von Bagh.
La qualità di questi restauri mi ha colpito molto favorevolmente. Il periodo Essanay è tra i più importanti della sua filmografia, purtroppo a torto trascurato dagli studi sull'autore, poiché se il Chaplin della Keystone è ancora essenzialmente un comico come gli altri e i suoi film paiono lontani ma non troppo dallo stile di Mack Sennett, il Chaplin della Essanay si distanzia moltissimo dalla precedente esperienza, soprattutto in titoli come The Tramp, Work, A Woman, The Bank e Police. Non avevo mai visto versioni così belle di questi corti, i quali in passato tendevano a circolare in edizioni di qualità inferiore e qualche volta anche incomplete. La mia precedente collezione di riferimento, i due comunque ottimi volumi inglesi del BFI, viene qui largamente superata in qualità. I film appaiono molto più nitidi, anche dal punto di vista fotografico e vengono presentati privi di scene virate. In passato, come ricorderanno i lettori di questo blog, mi sono permesso di muovere qualche critica ai restauri di alcuni titoli della serie Mutual (quella contenente i maggiori capolavori a due rulli di Chaplin), anche perché l'importanza di quei film a mio avviso esigeva la perfezione assoluta. Stavolta però non posso che ringraziare con pochi "se" e "ma" gli autori di questo bellissimo lavoro. Solo su A Night Out, corto comunque minore, credo si potesse fare davvero qualcosa di significativo in più. Ma come per i Keystones, questi restauri ci restituiscono in perfetta forma opere cinematografiche uscite ormai cento anni fa. Proprio il 2015 risulta infatti il centenario della serie Essanay e questi DVD, usciti alla fine del '14, sembrano davvero realizzati apposta per celebrare nel migliore dei modi qualcosa di a suo modo storico.
L'altro DVD di cui intendo parlare in questo articolo riguarda il nuovo restauro di Tempi Moderni, che la Cineteca di Bologna ci presenta in una bellissima e credo definitiva edizione. Come nella precedente uscita statunitense Criterion, il film è così perfetto che sembra uscito veramente ieri. Il B/N è meraviglioso. Viene anche consentita la possibilità di scegliere tra due diverse tracce audio, l'originale del '35 e una riorchestrazione più recente. Il secondo disco è dedicato agli Extra, anch'essi molto preziosi e numerosi. Tra tutti, spicca il cortometraggio All at Sea, girato nel 1933 in 8mm dal giornalista Alistair Cooke durante un week-end a Catalina Island, insieme a Chaplin e la sua compagna Paulette Goddard. Il corto dura ben 18 minuti ed era finora inedito in DVD in Italia. Vengono poi proposti altri Extra interessanti, tra cui un'intervista al compositore David Raksin, assistente di Chaplin durante la preparazione della colonna sonora del film. Tutto questo non era mai stato presentato in nessun DVD italiano, uscito solo negli Stati Uniti con la Criterion. Interessante anche il booklet curato da Cecilia Cenciarelli, con interventi di vari studiosi, tra cui von Bagh e Charles Maland.
Entrambi i DVD di cui parlo nell'articolo possono essere acquistati a prezzo scontato direttamente dal sito della Cineteca. Vi consiglio di farlo, vale la pena!
Nelle passate settimane infatti ho avuto occasione di degustare più volte due dei migliori prodotti home video degli ultimi tempi, entrambi targati Cineteca di Bologna.
"Charlie Chaplin. le comiche Essanay" (doppio DVD con booklet) contiene i restauri Cineteca di Bologna/Lobster Films di tutti e 14 i cortometraggi ufficiali che Charlie Chaplin gira alla casa di produzione Essanay (1915-16), più il cameo His Regeneration (anch'esso in versione restaurata), il controverso Triple Trouble (che però permette di osservare parti dell'incompiuto Life, un progetto ambizioso sul tema della povertà tanto caro a Chaplin) e il film Carmen (1915) di Cecil B. De Mille, che lui si diverte a parodiare proprio in uno dei film della collezione. E' a Charlie Chaplin's Burlesque on Carmen che viene infatti dedicato il maggiore approfondimento grazie anche a un'intervista con l'autore dell'accompagnamento musicale presente nel DVD, l'ormai noto e bravissimo Timothy Brock. La collezione è arricchita da un libricino curato da Cecilia Cenciarelli, con all'interno anche un saggio di Peter von Bagh.
La qualità di questi restauri mi ha colpito molto favorevolmente. Il periodo Essanay è tra i più importanti della sua filmografia, purtroppo a torto trascurato dagli studi sull'autore, poiché se il Chaplin della Keystone è ancora essenzialmente un comico come gli altri e i suoi film paiono lontani ma non troppo dallo stile di Mack Sennett, il Chaplin della Essanay si distanzia moltissimo dalla precedente esperienza, soprattutto in titoli come The Tramp, Work, A Woman, The Bank e Police. Non avevo mai visto versioni così belle di questi corti, i quali in passato tendevano a circolare in edizioni di qualità inferiore e qualche volta anche incomplete. La mia precedente collezione di riferimento, i due comunque ottimi volumi inglesi del BFI, viene qui largamente superata in qualità. I film appaiono molto più nitidi, anche dal punto di vista fotografico e vengono presentati privi di scene virate. In passato, come ricorderanno i lettori di questo blog, mi sono permesso di muovere qualche critica ai restauri di alcuni titoli della serie Mutual (quella contenente i maggiori capolavori a due rulli di Chaplin), anche perché l'importanza di quei film a mio avviso esigeva la perfezione assoluta. Stavolta però non posso che ringraziare con pochi "se" e "ma" gli autori di questo bellissimo lavoro. Solo su A Night Out, corto comunque minore, credo si potesse fare davvero qualcosa di significativo in più. Ma come per i Keystones, questi restauri ci restituiscono in perfetta forma opere cinematografiche uscite ormai cento anni fa. Proprio il 2015 risulta infatti il centenario della serie Essanay e questi DVD, usciti alla fine del '14, sembrano davvero realizzati apposta per celebrare nel migliore dei modi qualcosa di a suo modo storico.
L'altro DVD di cui intendo parlare in questo articolo riguarda il nuovo restauro di Tempi Moderni, che la Cineteca di Bologna ci presenta in una bellissima e credo definitiva edizione. Come nella precedente uscita statunitense Criterion, il film è così perfetto che sembra uscito veramente ieri. Il B/N è meraviglioso. Viene anche consentita la possibilità di scegliere tra due diverse tracce audio, l'originale del '35 e una riorchestrazione più recente. Il secondo disco è dedicato agli Extra, anch'essi molto preziosi e numerosi. Tra tutti, spicca il cortometraggio All at Sea, girato nel 1933 in 8mm dal giornalista Alistair Cooke durante un week-end a Catalina Island, insieme a Chaplin e la sua compagna Paulette Goddard. Il corto dura ben 18 minuti ed era finora inedito in DVD in Italia. Vengono poi proposti altri Extra interessanti, tra cui un'intervista al compositore David Raksin, assistente di Chaplin durante la preparazione della colonna sonora del film. Tutto questo non era mai stato presentato in nessun DVD italiano, uscito solo negli Stati Uniti con la Criterion. Interessante anche il booklet curato da Cecilia Cenciarelli, con interventi di vari studiosi, tra cui von Bagh e Charles Maland.
Entrambi i DVD di cui parlo nell'articolo possono essere acquistati a prezzo scontato direttamente dal sito della Cineteca. Vi consiglio di farlo, vale la pena!
martedì 20 gennaio 2015
50 anni senza Stan - tra ricordi e appunti
Mezzo secolo. Solo a nominarlo fa percepire quanto il tempo possa mostrarsi veloce o interminabile, a seconda del punto di vista dell'osservatore. Tra poco più di un mese, Il 23 febbraio, giungerà inesorabile l'appuntamento con il cinquantenario della morte di uno dei più grandi artigiani della comicità, Stan Laurel, nato Arthur Stanley Jefferson. Scomparve infatti per un'infezione alla bocca in una clinica di Santa Monica, negli Stati Uniti, quel giorno del 1965. Aveva 74 anni.
Vorrei ricordare Stan Laurel in modo utile senza cadere nella trappola dell'articolo celebrativo. I film di Laurel e Hardy li conoscono un po' tutti - quelli che frequentano il mio blog poi, se non li conoscessero farebbero meglio a girare i tacchi e tornare casa - e la vita di Stan Laurel è altrettanto conosciuta. Non voglio infatti provare a sostituirmi a wikipedia. Sui cortometraggi silenziosi della coppia, obiettivamente meno noti anche ad alcuni appassionati, c'è sempre a disposizione il mio libro "HAL ROACH: LE MIGLIORI COMMEDIE DEL PERIODO MUTO", che continuo a consigliare a ogni loro fan. Dunque nella seconda parte dell'articolo ho voluto inserire delle note sull'epoca meno dibattuta dello Stan Laurel attore, il periodo da "solista" (quello senza Hardy, per intenderci). Questa fase è stata meno studiata poiché quando girava i film da solo si trovava ad essere piuttosto insicuro delle sue potenzialità e ancora molto incerto su quale fisionomia dare al suo personaggio dello schermo. I film in questione dunque a volte risultano anche piuttosto mediocri, o comunque lontani dagli alti standard della coppia Laurel e Hardy. Stan aveva lavorato molto a teatro, appreso una vasta gamma dei repertori storici del music-hall britannico, visto all'opera Charlie Chaplin, di cui era ufficialmente il sostituto nella compagnia Fred Karno. Poi, dopo l'avvento di Chaplin nel cinema, aveva pure creato un numero teatrale dove si divertiva ad imitarlo. Cresciuto artisticamente all'ombra di uno squalo come Chaplin, Stan Laurel continuava a girovagare come interprete di vaudeville alternando qualche ruolo nel grande schermo, da uno studio cinematografico all'altro. Fisicamente, soprattutto da giovane, non era poi molto diverso dallo stereotipo dell'inglesino dai capelli rossi e gli occhi chiari, di aspetto anche piuttosto ordinario. I movimenti, gli sguardi, tradivano quella che era stata la grande palestra di Fred Karno, ma non c'erano la scintilla, l'originalità indispensabili per permettergli di svettare con successo dall'anonimato dei tantissimi comici del periodo. Era rimasto eccessivamente legato al mezzo teatrale e non era ancora arrivato a capire che il cinema stava formando un linguaggio differente ed esigeva più "presenza scenica" e coinvolgimento espressivo, nel senso più autentico della parola. Il cinema infatti è fatto per rendere tutto più grande e verosimile. In certi film, Stan sembrava spaesato da questa grandezza. Fu così deluso dai suoi ripetuti tentativi di diventare una stella nel panorama dei comici di spicco, che prima di essere messo in coppia con Hardy era fermamente convinto di rimanere dietro la macchina da presa, come regista di comiche e gagman. In effetti, creare gag era forse il suo vero grande talento, molto più di quello di attore. Se si osservano bene le sue interpretazioni ante-Hardy (e sotto certi versi anche quelle dei primi anni con lui) notiamo la grande differenza tra un attore teatrale (Laurel) e un uomo di cinema (Hardy). Poi, con l'esperienza e la sua grande, straordinaria intelligenza, Stan capì che solo virando sul surreale ed estraniando il suo personaggio dagli aspetti più prosaici e, se vogliamo, maggiormente realistici e "radicati" nella logica della narrazione, poteva ottenere più risate e applausi dal suo amatissimo pubblico. Il suo personaggio divenne apparentemente sempre più sciocco e stupido, ma anche più pronto a stupire lo spettatore grazie a una soggettività originale e disarmante, straniante e implacabile.
Vorrei ricordare Stan Laurel in modo utile senza cadere nella trappola dell'articolo celebrativo. I film di Laurel e Hardy li conoscono un po' tutti - quelli che frequentano il mio blog poi, se non li conoscessero farebbero meglio a girare i tacchi e tornare casa - e la vita di Stan Laurel è altrettanto conosciuta. Non voglio infatti provare a sostituirmi a wikipedia. Sui cortometraggi silenziosi della coppia, obiettivamente meno noti anche ad alcuni appassionati, c'è sempre a disposizione il mio libro "HAL ROACH: LE MIGLIORI COMMEDIE DEL PERIODO MUTO", che continuo a consigliare a ogni loro fan. Dunque nella seconda parte dell'articolo ho voluto inserire delle note sull'epoca meno dibattuta dello Stan Laurel attore, il periodo da "solista" (quello senza Hardy, per intenderci). Questa fase è stata meno studiata poiché quando girava i film da solo si trovava ad essere piuttosto insicuro delle sue potenzialità e ancora molto incerto su quale fisionomia dare al suo personaggio dello schermo. I film in questione dunque a volte risultano anche piuttosto mediocri, o comunque lontani dagli alti standard della coppia Laurel e Hardy. Stan aveva lavorato molto a teatro, appreso una vasta gamma dei repertori storici del music-hall britannico, visto all'opera Charlie Chaplin, di cui era ufficialmente il sostituto nella compagnia Fred Karno. Poi, dopo l'avvento di Chaplin nel cinema, aveva pure creato un numero teatrale dove si divertiva ad imitarlo. Cresciuto artisticamente all'ombra di uno squalo come Chaplin, Stan Laurel continuava a girovagare come interprete di vaudeville alternando qualche ruolo nel grande schermo, da uno studio cinematografico all'altro. Fisicamente, soprattutto da giovane, non era poi molto diverso dallo stereotipo dell'inglesino dai capelli rossi e gli occhi chiari, di aspetto anche piuttosto ordinario. I movimenti, gli sguardi, tradivano quella che era stata la grande palestra di Fred Karno, ma non c'erano la scintilla, l'originalità indispensabili per permettergli di svettare con successo dall'anonimato dei tantissimi comici del periodo. Era rimasto eccessivamente legato al mezzo teatrale e non era ancora arrivato a capire che il cinema stava formando un linguaggio differente ed esigeva più "presenza scenica" e coinvolgimento espressivo, nel senso più autentico della parola. Il cinema infatti è fatto per rendere tutto più grande e verosimile. In certi film, Stan sembrava spaesato da questa grandezza. Fu così deluso dai suoi ripetuti tentativi di diventare una stella nel panorama dei comici di spicco, che prima di essere messo in coppia con Hardy era fermamente convinto di rimanere dietro la macchina da presa, come regista di comiche e gagman. In effetti, creare gag era forse il suo vero grande talento, molto più di quello di attore. Se si osservano bene le sue interpretazioni ante-Hardy (e sotto certi versi anche quelle dei primi anni con lui) notiamo la grande differenza tra un attore teatrale (Laurel) e un uomo di cinema (Hardy). Poi, con l'esperienza e la sua grande, straordinaria intelligenza, Stan capì che solo virando sul surreale ed estraniando il suo personaggio dagli aspetti più prosaici e, se vogliamo, maggiormente realistici e "radicati" nella logica della narrazione, poteva ottenere più risate e applausi dal suo amatissimo pubblico. Il suo personaggio divenne apparentemente sempre più sciocco e stupido, ma anche più pronto a stupire lo spettatore grazie a una soggettività originale e disarmante, straniante e implacabile.
Comunque, cinque anni fa, passando in rassegna le sue esperienze cinematografiche prima dell'incontro con Hardy, decisi di rivalutare anche parte dei suoi lavori da solo, i quali sebbene assolutamente inferiori alle comiche di "prima classe" del periodo (Chaplin, Keaton, Lloyd, Langdon), riescono tuttavia a divertire non poco manifestando sprazzi di grezza genialità comica. Questa comicità, slegata da qualsiasi costruzione omogenea o ricorrente tanto tipica nelle "serie" comiche di molti suoi contemporanei, parte fuori dal seminato e risulta caratterizzata da una singolarità forse irripetibile. In alcuni corti pre-Hardy, Stan riesce quasi - se mi è consentita l'esagerazione - a far recitare la gag stessa prima ancora del suo personaggio. Oppure prendere spunto da alcuni successi del cinema "serio" dell'epoca per crearne gustose parodie, quasi sempre con profondo acume e intelligenza. Al termine dell'articolo ho deciso quindi di inserire una lista da me redatta, che compilai in modo informale nel 2010 quando decisi di studiare più a fondo l'opera di Stan Laurel senza Hardy. Non è nulla di definitivo ma una serie di appunti rivisitati, se così possiamo chiamarli, in principio anche abbastanza lacunosi in commenti, in quanto non sempre dopo la visione c'era molta voglia di scriverne (!). Indicherò infine anche film a cui prese parte Oliver Hardy ma che in origine furono realizzati come "soli" di Stan o Roach All Stars. Prima di inserire questo elenco che spero possa essere utile a qualche fan di Stan Laurel alle prime armi, ecco qualche altro pensiero sulla sua straordinaria eredità per celebrarne ancora il ricordo. Da parte mia, ovviamente mai realizzato e mai realizzabile il sogno di poterlo incontrare o intervistare, discutere del passaggio del tempo e dello stile nell'arte del far ridere, ammirarlo discorrere alla sua maniera ironica, appassionata e anche tanto genuina, umile, autentica. Stan Laurel, come anche il grandissimo Buster Keaton, credeva molto in quello che faceva e aveva la grande forza interiore della semplicità, del non prendersi troppo sul serio. Disponeva della leggerezza dei grandi, la gentilezza dei veri artisti di un tempo che non tornerà tanto facilmente. Scrivere di Stan Laurel è come farlo di un amico, un signore simpatico che ti ha dato senza chiedere troppi elogi in cambio. Un compagno di viaggio purtroppo mai ringraziato, un gigante che hai imparato a conoscere attraverso i film, le testimonianze, i libri. Gradualmente, noi appassionati lo abbiamo conosciuto anche senza averlo incontrato. Laurel non aveva l'alterigia o la presunzione di altri comici dell'epoca. Superbia, orgoglio in alcuni casi anche parzialmente giustificato, come nel caso di Chaplin (forse, in assoluto, il più grande personaggio della storia del cinema, che peraltro nascondeva un'evidentissima insicurezza di fondo), in altri fastidiosa e totalmente fuori luogo (si pensi alla boria sciolta di un artista ordinario come Larry Semon, che nella sua esperienza di comedian sapeva far bene sì e no tre o quattro cose - e sempre quelle) . Stan Laurel era prima di tutto un grande appassionato di comicità, amava il suo lavoro e apprezzava anche la comicità degli altri. Non aveva mai battuto i quasi inevitabili sentieri dell'invidia o del rancore e riusciva ad essere sorprendentemente altruista e umile, nella vita come nel lavoro. Il suo numero era nel normale elenco telefonico. Al suo funerale, si udì un commosso Buster Keaton dire che Stan fosse - tra i colleghi della risata - il più grande di tutti. In un certo senso questo era vero. Non foss'altro perché impiegò molti anni a trovare una strada compiuta e senza mai darsi per vinto. La grandezza di un uomo risiede anche in questo, nella forza con cui persegue le proprie mete. Stan Laurel voleva essere qualcuno e dopo molta fatica venne ricompensato dalla sorte. Fu davvero grande anche per aver reso celebre un attore immenso come Oliver Hardy, il quale se non lo avesse incontrato non avrebbe potuto esprimere completamente il suo talento e le sue potenzialità comiche. Allo stesso tempo, naturalmente fu anche Hardy a dare molto a lui, probabilmente quel corpo "ridicolo" grazie al quale poteva ideare tutte quelle magnifiche gag. Non solo.
Gli insegnò a perfezionare il suo rapporto con il cinema, i tempi che doveva avere un attore del grande schermo, il controllo di se stesso. Quando due esseri umani riescono a fondere la loro strada in modo così complementare e a donare lo stessi così reciprocamente, c'è qualcosa di magico e inspiegabile che si attiva nelle loro vite. E Stan Laurel, con il suo repertorio infinito, la sua fantasia, la capacità di adattamento e soprattutto la grande generosità verso il suo compagno e la stessa storia della comicità, avrà sempre diritto ad essere definito uno dei grandi. E, sotto alcuni versi, il più grande.
N.B. Per ogni cortometraggio ho indicato la collezione o le collezioni DVD in cui il titolo viene incluso e a volte ho voluto aggiungere qualche commento personale. Si tratta di una lista informale, che ho creato alcuni anni fa, quando per la prima volta esaminai film per film l'opera di Stan Laurel senza Oliver Hardy. Dunque per alcuni titoli mi sono limitato a indicare la relativa reperibilità, per altri ho scritto qualcosa in più, per altri ancora solo poche righe. Questa lista è stata compilata giorno per giorno durante la visione dei film, senza altri intenti che quelli di un block-notes. Può servire al lettore per orientarsi, intanto su dove andare a cercare i film, poi per farsi un'idea personale su di essi senza troppi condizionamenti. Tuttavia qualche giudizio o nota storica ho voluto lasciarlo, soprattutto sui film più "maturi" o per me significativi, giusto per rendere più gustoso un elenco che sarebbe potuto risultare altrimenti meramente accademico. Comunque per eventuali domande, chiarimenti e/o precisazioni potete scrivermi al mio indirizzo di posta elettronica earlycomedy85@gmail.com
ISADORE
BERNSTEIN PRODUCTIONS
Nuts in May. 2
rulli -Perduto
UNIVERSAL
Phoney Photos. 2
rulli -Perduto
Hickory Hiram. 1
rullo -Perduto
Whose Zoo?. 2
rulli -Perduto
O, It’s Great to
be Crazy. 1 rullo -Perduto
HAL ROACH
Do You Love Your
Wife?. 1 rullo -Mk2
Just Rambling
Along. 1 rullo -Mk2
Hoot Moon!. 1
rullo -Perduto
No Place Like
Jail. 1 rullo -Perduto
Hustling for
Health. 1 rullo -Mk2
VITAGRAPH
Huns and Hyphens.
2 rulli -Mk2
Bears and Bad Men.
2 rulli -Mk2
Frauds and
Frenzies. 2 rulli. -Mk2
G.M. ANDERSON
The Lucky Dog. 2
rulli -Mk2
The Egg. 2 rulli -Mk2
The Pest. 2 rulli
-Lobster "Retour De Flamme"
Mixed Nuts. 2
rulli -Mk2
The Weak-End
Party. 2 rulli -Rimane solo il primo rullo - Mk2
The Handy Man. 2
rulli -Il film è uscito in qualità mediocre nel
DVD "Stan Laurel Reference Library", volume 2, edito dalla Looser Than Loose.
Si tratta dell'unica uscita Home Video di questo cortometraggio.
Mud and Sand. 3
rulli -Mk2
When Knights Were
Cold. 2 rulli -Di questo film esiste solo il
secondo rullo che è stato proiettato a Slapsticon 2010, ma non è mai uscito in
DVD.
HAL ROACH
Under Two Jags. 1
rullo -Mk2 e Kino. Il corto è la
parodia di un film drammatico del 1922, "Under Two Flags" di Tod Browning, con
Priscilla Dean nella parte principale.
La trama della
parodia non è chiara perché le copie rimaste del film sono prive di
intertitoli.
The Noon Whistle.
1 rullo -Mk2 e Kino. Primo film di Stan
Laurel con James Finlayson. Tra le gag importanti, quella delle porticine dello
spogliatoio in un inseguimento (poi riutilizzata nel sonoro di L&H "Swiss
Miss") e del trasporto dell'asse di legno lunghissima che rivela Stan anche all'altra estremità. Usata ancora negli anni successivi, persino nel
sonoro di L&H "Great Guns", girato alla Fox.
White Wings. 1
rullo -Mk2 e Kino. In questo film
Marvin Lobach è il poliziotto che insegue Stan Laurel e Mark Jones il terzo
cliente di quando si improvvisa dentista.
Pick and Shovel. 1
rullo -Mk2 e Kino.
Kill or Cure. 1
rullo -Mk2 e Kino. Uno dei migliori
cortometraggi di Stan Laurel fino a questo punto. Remake di "The Pest" ne
migliora molti aspetti, strizzando la trama nella durata di un solo rullo.
Insieme a "The Noon Whistle" se la gioca come migliore della serie.
Collars and Cuffs.
1 rullo -Mk2
Gas and Air. 1 rullo
-Mk2
Oranges and
Lemons. 1 rullo -Mk2 e Kino
Short Orders. 1
rullo -Mk2. In questo film Stan rifà la
gag dello specchio che non c'è, apparsa in "The Bellboy" di Arbuckle. Nel film di Arbuckle, lo specchio non c'era e l'attore si limitava a
mimarne l'esistenza. In questo film invece lo specchio c’è (e risulta
insaponato) solo per sparire dopo lo stacco successivo. La gag più che surreale
risulta infatti illogica e fatta male. Questo corto dimostra ancora quanto Stan Laurel avesse ancora da perfezionarsi e il prossimo lo sottolinea. Alla fine del film, usa per la prima volta la gag della
bistecca-suola che riapparirà in "Way Out West".
Save the Ship. 1
rullo -Mk2. L'unica gag divertente del
film è quella dell’amo che rimane attaccato nel dietro dei pantaloni proprio
quando viene lanciato e costringe il malcapitato ad abbassarsi ogniqualvolta viene tirata la canna da pesca. Per il resto il film è piuttosto fiacco, girato nei pressi
di Catalina Island. E' il secondo film consecutivo in cui Marie Mosquini - resa nota per i suoi film con "Snub" Pollard - è la partner femminile di
Stan. Alla regia dei corti si alternano sempre Percy Pembroke e George
Jeske. In questo caso è il turno di Jeske.
A Man About Town.
1 rullo -Mk2. Uno dei più perfetti
della serie. Stan insegue Katherine Grant
per le strade della città, solo perché un controllore gli ha detto che prende
lo stesso tram che serve a lui. Ma lei equivoca le sue intenzioni.
Geniale. Molto divertenti i ruoli affidati a Mark Jones e George Rowe, qui
sfruttati al meglio nel ruolo di due barbieri dall'apparenza bizzarra. Diretto
da George Jeske.
Roughest Africa. 2
rulli -Mk2 e Kino
Scorching Sands. 1
rullo -Mk2. Il film venne diretto da
Robin Williamson, regista del primo corto di Stan Laurel, "Nuts in May".
The Whole Truth. 1
rullo -The Larger World of Laurel and Hardy,
volume 9.
Frozen Hearts. 2
rulli -Mk2 e Kino. Una delle migliori
parodie di Stan Laurel, soprattutto nel primo rullo. Il burlesque deriva in
gran parte da un romanzo di Vicente Blasco Ibanez, "Enemies of Women", la cui
versione cinematografica era uscita proprio in quel periodo, diretta da Alan
Crosland con Lionel Barrymore.
The Soilers. 2
rulli -Mk2 e Kino. La copia "Kino Video" di
questo film è stupenda. Si tratta del primo film di Stan Laurel con Ena Gregory
come leading lady.
Mother's Joy. 2
rulli -Mk2 e Kino. In questo
cortometraggio Stan Laurel appare bambino, grazie allo stesso trucco usato nei
successivi "Brats" (1930) e "Wild Poses" (1933), con Oliver Hardy. Il film si
lascia guardare ed è tutto sommato gradevole, divertente, in particolar modo
per il finale, in cui il prete è stanco di tutta la combriccola e la pianta in
asso, rifiutandosi di celebrare il matrimonio.
Near Dublin. 2
rulli -Mk2 e Kino. Cortometraggio di
media qualità. Setting particolare. Si prendono in giro i
costumi bellicosi degli irlandesi.
Smithy. 2 rulli -Mk2.
Zeb vs Paprika. 2
rulli - Mk2 e Kino
Postage Due. 2
rulli -Mk2 e Kino. Buon cortometraggio,
incentrato sul tema delle poste, quindi abbastanza raro per i comici del muto.
In una scena Finlayson (ispettore postale) afferma a un tale che potrebbe
prendere 20 anni di galera per non aver messo il francobollo alla lettera da
spedire.
Brothers Under the
Chin. 2 rulli -Perduto
Wide Open Spaces.
2 rulli - Mk2. Del film ad oggi rimane
solo qualche frammento disomogeneo. La copia è francese e porta il titolo Laurel
s'enhardit. Quello che risulta è molto confuso e la trama poco comprensibile.
Il film originariamente era una parodia di un lungometraggio dell'epoca, "Wild
Bill Hickok" (1923) con William S. Hart nel ruolo di protagonista. Infatti il
titolo originale lo parodiava abbastanza chiaramente: “Wild Bill Hiccough”.
Alcune scene vennero però giudicate poco consone (a quanto pare per un umorismo
anticonvenzionale e tagliente) dalla Pathé e quindi con uno Stan Laurel già da
Joe Rock il film venne rimontato da H.M. Walker, attingendo anche dagli scarti. Il risultato di questo lavoro di rielaborazione è appunto "Wild Open
Spaces". In attesa che il cortometraggio torni alla luce in forma più omogenea,
dalle scene presenti nel lacunoso estratto francese sembra un prodotto
interessante e piacevole.
Rupert of Hee-Haw.
2 rulli -Mk2. Si tratta del film più
debole della serie, lento e confuso. E' anche la peggiore delle parodie di Stan
Laurel.
Short Kilts. 2
rulli -Mk2 e Kino. Uno dei più
divertenti della serie. Un due rulli pieno, con tante gag e situazioni
farsesche. Si prende in giro la frugalità scozzese e il relativo temperamento
bellicoso. E' l'ultimo cortometraggio che Stan Laurel gira con Hal Roach (le
riprese avvengono nel gennaio 1924) prima di passare alla produzione
indipendente di Joe Rock.
JOE ROCK
Detained. 2 rulli
-Mk2. La copia del film arrivata sino
ai nostri giorni manca di almeno una sequenza, quella dell'impiccagione. Stan
Laurel apprezzava molto le gag impossibili già all'epoca in cui fu girato
questo film, nel febbraio 1924. In quella scena, il collo di Stan Laurel si
allunga in maniera spropositata. Il film è un due
rulli, dunque di durata interno ai venti minuti abbondanti. Oggi ne rimangono
quattordici.
Mandarin Mix-Up. 2
rulli -Mk2. Viene rifatta la gag delle
porte, già usata in "The Noon Whistle". Qui Stan è inseguito dal un malvivente
cinese con una faccia da far paura. Nel film c'è una scena in cui Stan respira
per sbaglio dell'oppio fumato da altri e poi cammina barcollando in sogno per i
tetti, dalle intenzioni abbastanza originali ma dalla realizzazione parecchio confusa.
Monsieur Don't
Care. 2 rulli -Perduto. Il film è una
parodia di "Monsieur Beaucaire" (1924), con Rodolfo Valentino. Rhubard Vaselino
è uomo di corte di Luigi XV, costretto a scappare in Inghilterra e lavorare
come barbiere. A quanto pare questo cortometraggio non ebbe buon riscontro di
critica.
West of Hot Dog. 2
rulli -Mk2 e Kino. E’ un parodia del
genere Western. Stan Laurel appare nel nuovo look del tipico (e timido) brav'uomo con tanto di occhiali. Il corto dura 22 minuti ed è molto divertente, anche
originale, se non fosse per una gag del tutto saccheggiata, quella delle botole-tombe
nel saloon, ripresa direttamente da "Out West" di Roscoe Arbuckle.
Somewhere in
Wrong. 2 rulli- Mk2. A tratti molto
divertente, contiene una trama simile al celebre "The Tramp" di Charlie
Chaplin, realizzato dieci anni prima. Stan Laurel però si consola dall'amore
non corrisposto mangiando bomboloni piuttosto che intraprendendo una strada
solitaria. E' il primo film in cui appare la gag del piede scambiato per una
mano poi usata da Laurel e Hardy in "Oliver the Eighth" (1934).
Twins. 2 rulli -Mk2. L’interpretazione di Stan Laurel è
impeccabile, tuttavia la trama non è del tutto verosimile. Lo scambio di
identità tra i due gemelli è ovvio ma non si capisce come mai non informino il
resto del mondo della faccenda, mettendo fine all'equivoco che da ragion d'essere
all'intero film.
Pie-Eyed. 2 rulli
-Mk2. Stan Laurel ubriaco ricorda "A
Night Out" di Chaplin, con il muscoloso Glen Cavender in luogo del Bud Jamison
apparso nel film di Chaplin girato dieci anni prima. Alcune gag sono comunque
riuscite e nel complesso il film è buono.
The Snow Hawk. 2
rulli -Mk2 e Kino. In questo film Glen
Cavender ha la parte di un falso Mountie, rivale di Stan per il cuore di Julie
Leonard (il suo ruolo era inteso per Anita Garvin ma si ammalò e dovette essere
rimpiazzata). Ambientato nel nord ghiacciato pieno di neve, questo cortometraggio
non è perfetto ma si lascia guardare amabilmente.
Navy Blue Days. 2
rulli -Mk2 e Kino. Questo
cortometraggio ha il difetto di non essere originale. La trama è chiaramente
ripresa da "All Night Long" (1924), uno dei cortometraggi più belli di Harry
Langdon. Persino la scena che introduce Stan al pubblico, in cui è intento a
lavare una montagna di biancheria, è ripresa da quel film, nel quale il povero
Harry stava pelando una montagna di patate. Inoltre, nella scena del
pasto a seguire, le forchettate improvvise di tutti i commensali che privano il
protagonista di tutto il cibo in tavola erano state usate pure con maggior maestria da Buster Keaton in "My Wife’s Relations" del 1922. Detto questo, l'interpretazione
di Stan Laurel è eccellente e, se non fosse per il materiale di base già visto,
sarebbe senza dubbio un film da quattro stelle. Va detto che nella copia giunta
sino a noi manca il finale in cui Stan si prende i meriti di aver messo ko
tutti i nemici quando invece era stato il suo superiore (che in una didascalia
recita "facciamo metà per uno") ma anche in questo caso si tratta di evidente
plagio poiché una scena molto similare era apparsa ben quattro anni prima nel
meraviglioso "A Sailor Made Man" di Harold Lloyd.
The Sleuth. 2
rulli -Mk2 e Kino. Qui Stan Laurel
dimostra parecchia inventiva e da spazio alla sua predisposizione per i
travestimenti femminili, stavolta ben due. Nel primo rullo da cameriera, alla
fine del film come vamp. Anita Garvin ha il ruolo dell'unica malvivente donna , probabilmente la partner del
capo (interpretato da Glen Cavender, il marito della cliente di Stan).
Dr. Pyckle and Mr.
Pride. 2 rulli -Mk2 e Kino. Nelle copie
circolanti manca il finale. Eccolo nelle parole di Rob Stone: Dr. Pyckle è
scoperto. Prova ad avvelenarsi, ma per errore beve olio di castoro. L'interpretazione
di Stan Laurel è eccellente- in particolare nei momenti più comici e
conseguentemente drammatici (a livello di farsa). Il corto è una parodia del
celebre "Dr. Jekyll and Mr. Hyde" con John Barrymore, basato a sua volta sul
notissimo romanzo di Robert Louis Stevenson.
Half a Man. 2
rulli -Mk2 e Kino. Forse il peggiore
della serie che Stan Laurel ha girato con Joe Rock.
HAL ROACH
Chasing the
Chaser. 1 rullo -Mk2. Scritto e diretto da Stan Laurel ma da lui non interpretato.
Unfriendly
Enemies. 1 rullo - Anch’esso scritto e diretto (e
non interpretato) da Stan Laurel. Il film sopravvive ma solo nel formato 16mm
(EmGee). James Finlayson e George Rowe sono due cameramen all’opera durante la guerra.
Yes, Yes, Nanette.
1 rullo -Mk2 e Kino. Scritto e diretto da Stan Laurel che non figura tra gli attori.
Moonlight and
Noses. 2 rulli -Looser Than Loose DVD ("In Like Fin").
Scritto e diretto da Stan Laurel. Clyde
Cook (in coppia con Noah Young) è il protagonista di questo cortometraggio, di
cui purtroppo rimane solo il primo rullo. La trama anticipa nettamente "Habeas
Corpus" di Laurel e Hardy, evidentemente il canovaccio della storia era già
nella mente del primo. Fay Wray ha un ruolo abbastanza importante.
Wandering Papas. 2
rulli -Ermitage DVD. Scritto
e diretto da Stan Laurel. Altra comica di Clyde Cook. Qui è un
cuoco. Oliver Hardy è nel cast. Divertente la scena delle frittelle
scoppiettanti.
Starvation Blues.
2 rulli -Clyde Cook DVD (e Comedy Capers, sotto il
titolo di "The Troubadours") Stan
Laurel è uno dei gagmen. Clyde Cook e Syd Crossley i
protagonisti. Clyde Cook nel secondo rullo appare nei panni di una ballerina.
Molto divertente.
Get 'Em Young. 2
rulli -Mk2 e Kino. In questo film Stan
Laurel doveva essere solo regista. Poi, le cose andarono diversamente. Oliver
Hardy, per il quale era stabilita la parte di maggiordomo, si fece male
cucinando un cosciotto di agnello. A quel punto non vi erano attori disponibili
per la parte e Stan prese il ruolo, anche se non molto convinto. Voleva
dedicarsi solo al lavoro dietro le quinte ormai, anche per rispettare delle
norme contrattuali che ancora lo legavano a Joe Rock. Piagnucola esageratamente
per due terzi del film, ma l'ultima parte in cui si traveste da donna per il
finto matrimonio con Harry Myers è perfetta. Divertente anche il ruolo di Max
Davidson, avvocato del protagonista.
On The Front Page.
2 rulli -The Lost Films of Laurel and Hardy. Il
corto in Italia è stato inserito nel DVD Elleu di "Avventura a Vallechiara". Piacevole
commedia, il personaggio di Stan Laurel è ben caratterizzato. Edgar Dearing, in
seguito attore di secondo piano abbastanza frequente nei film di Laurel e
Hardy, era un motociclista e spesso interpretava quel ruolo anche in scena. Qui
fa la parte di un poliziotto che multa Tyler Brooke, il protagonista del corto
insieme a Stan.
Questo attore non
ebbe poi molta fortuna ed è ricordato per aver citato Oliver Hardy in tribunale
nel 1929 dopo un alterco a seguito di una partita a biliardo. Morì suicida nel
1943.
Slipping Wives. 2
rulli -Lost Films e Universal. Uno dei
migliori corti di Stan solista. Oliver Hardy è un maggiordomo che lo prende in
antipatia, lui deve far ingelosire il padrone di casa, dietro lauto compenso
della moglie. Continui equivoci e grande spettacolo durante la pantomima di
Sansone e Dalila, messa in scena da Laurel.
Eve's Love
Letters. 2 rulli -Kinowelt Laurel e Hardy. Diretto
da Leo McCarey, è una farsa con Agnes Ayres, basata sui soliti intrighi di
gelosia marito-moglie. Stan è il maggiordomo che per aiutare la sua padrona a
recuperare delle lettere compromettenti alla fine è costretto a travestirsi da
donna per sviare i cattivi pensieri del padrone geloso. Ottima la scena in cui
Stan, fingendo di essere stato colpito da una pistolettata al cuore, indica
verso l'alto il suo percorso in paradiso.
Love'em and Weep.
2 rulli -Lost Films e Universal. Se uno
non ha presente il remake sonoro di Laurel e Hardy ("Chickens Come Home") o
analizza attentamente il film senza preconcetti a posteriori, si rende conto di
quanto sia perfetto e originale.
Why Girls Love
Sailors. 2 rulli -Lost Films e Universal. In
quest'altro solo di Stan, Oliver Hardy è il primo marinaio della nave
capitanata dal cattivo Malcolm Waite. Il soggetto originale del film, con uno
Stan marinaio impegnato a salvare la sua ragazza cinese dalle grinfie di un suo
connazionale, risultava apparentemente
più laurelhardyano, poiché Oliver Hardy aveva il ruolo di assistente di Stan.
Il pensiero di set troppo costosi portò comunque la produzione a virare verso
un soggetto meno impegnativo. Stan è comunque bravissimo e il film è molto
riuscito, attestandosi come uno dei migliori del periodo.
With Love and
Hisses. 2 rulli -Lost Films e Universal. Stupendo.
Sailors, Beware! 2
rulli -Lost Films e Universal. Ancora
più bello del precedente. Il film veniva ancora distribuito come Stan Laurel
comedy. La coppia Laurel e Hardy non si era per nulla stabilita, nonostante
recitassero insieme ormai regolarmente. Harry Earles (1902-1985) è il nano (marito
di Anita Garvin), già apparso con Lon Chaney in "The Unholy Three" di Tod
Browning (1925). Memorabile la sua interpretazione anche in questo film.
Do Detectives
Think? 2 rulli -Lost Films e Universal. E' un capolavoro di suspance grazie al viso spaventoso di Noah Young, nonché
uno dei più grandi film di Laurel e Hardy, poiché i costumi sono pressoché
identici (tranne poche e trascurabili varianti) a quelli che i due adotteranno
nei loro classici e la psicologia della coppia già formata.
Flying Elephants.
2 rulli -Lost Films e Universal. Carino,
ma le parodie dell'era della pietra erano già trite nel 1927 (anno in cui è
stato girato il film, poi uscito nel 1928 distribuito dalla Pathé).
Should Tall Men Marry?
2 rulli-Lost Films of Laurel and Hardy. Fu
una casualità che Stan Laurel prese parte a questo film, risultante oggi uno
dei più brutti del periodo. Nella versione iniziale il film si intitolava “Cowboys
Cry for It” e sotto la regia di Louis Gasnier vedeva Eugene Pallette nel ruolo
poi interpretato da Stan Laurel. Hal Roach rimase così disgustato dall’anteprima
che propose a Clyde Bruckman di subentrare come regista con Stan Laurel a
rigirare il film e cambiarlo quel tanto che serviva per mettere a posto la
situazione. Ciò nonostante, il cortometraggio rimane piuttosto fiacchino da
tutti i punti di vista.
Sugar Daddies. 2
rulli -Lost Films e Universal. Il ruolo
di Stan Laurel, un avvocato, è simile a quello interpretato nel corto di
Charley Chase "Now I'll Tell One". Cortometraggio simpatico, con Oliver Hardy nel
ruolo di maggiordomo. Può essere a buon giudizio considerato l'ultimo "solo" di
Stan, sebbene Oliver Hardy appaia nel cast, come del resto era già apparso in
molti dei film precedenti.
venerdì 9 gennaio 2015
First National di Chaplin, una storia fatta di modifiche e riedizioni: Due video comparativi
Talvolta, nei miei articoli e anche nel forum on line che gestivo (attivo fino al 2013) accennai ai film First National di Chaplin e spiegai di come in circolazione ne esistessero versioni differenti delle quali la maggior parte degli appassionati ne fosse totalmente ignara. Questo innanzitutto perché l'autore girava con due macchine da presa, una per la versione americana, un'altra per quella destinata al mercato europeo (del resto in quel periodo era una pratica abbastanza diffusa, soprattutto per i film molto popolari che richiedevano alla stampa un maggior numero di copie positive). Dunque i due negativi finivano per differire l'un con l'altro per angolazione di ripresa e talvolta anche per contenuto (riprese differenti della stessa scena o più o meno elaborate). Chaplin inoltre aveva l'abitudine di girare più volte le stesse sequenze per avere ampia scelta in fase di montaggio. Quel materiale rimaneva in archivio, pronto per essere utilizzato. Dagli anni '40 in poi Chaplin decise di rieditare i film di cui deteneva ancora i diritti (i post-1918) e magari, perché no, accompagnarli con una nuova colonna sonora di sua originale composizione. Fu una decisione tesa soprattutto a salvaguardare l'integrità delle pellicole in un periodo in cui i negativi di 20-25 anni prima iniziavano a dare cenni di cedimento. A causa della decomposizione dei due negativi originali, decise di montare i film partendo dagli elementi migliori della prima generazione e di crearne di nuovi, visivamente migliori, attingendo anche dagli scarti di svariati anni prima. Questo lavoro venne affidato al suo cameraman di fiducia, Roland Totheroh, addirittura nel 1943. In parole povere, Chaplin aveva dato l'ordine a Totheroh di creare dei nuovi negativi ex novo che poi lui avrebbe potuto (a fine carriera) rieditare nelle sale cinematografiche con una colonna sonora sincronizzata. Il lavoro di Totheroh fu abbastanza veloce, tuttavia ci vollero degli anni prima che il progetto potesse essere completato da Chaplin, che nel frattempo girò altri tre film ("Monsieur Verdoux", "Limelight" e "A King in New York"). I primi tra i First Nationals a uscire nella nuova versione furono "A Dog's Life", "Shoulder Arms" e "The Pilgrim", inglobati nella compilation The Chaplin Revue del 1959. "The Kid" e "The Idle Class" uscirono nel 1972, "Sunnyside", "A Day's Pleasure" e "Pay Day" nel '74. Dunque, le versioni ufficiali di questi film ad oggi licenziate si presentano parecchio diverse da come apparivano al pubblico degli anni '20. Diverse ovviamente non nello svolgimento narrativo ma per la presenza di riprese differenti, alternative, nel montaggio e nella velocità di proiezione. Il risultato negativo di questo pastiche riguarda l'integrità storica dei First Nationals, che non ci vengono tramandati in fedeltà come uscirono la prima volta nei cinema. Quella positiva riguarda le copie originali sopravvissute (lacerate, rovinate o decomposte quanto vuoi, ma originali) che anche se quasi introvabili, rimangono tuttavia presenti in cineteche e archivi di tutto il mondo, sebbene non autorizzate dal Chaplin Trust. Io stesso qui in Italia, non più di una quindicina di anni fa, ebbi occasione di visionarne un paio all'interno di un film antologico trasmesso da una televisione privata regionale. Fu quasi incredibile, in quanto vidi dei film che ormai conoscevo a memoria in una edizione costruita usando riprese del tutto differenti dalle solite e non ci volle molto a comprendere che fossero quelle autentiche dell'epoca. Qualche anno fa acquistai due DVD contenenti versioni alternative di "Shoulder Arms" e "Pay Day" e fu altrettanto interessante. Recentemente, un appassionato collezionista ha iniziato a mettere on line le versioni alternative di cui dispone e, con l'aiuto di altri studiosi, ha realizzato dei video comparativi che ci mostrano come le versione originali (prese da una copia positiva di origine russa, tratta dal negativo europeo) differiscono dalle ricostruzioni a posteriori. I due video che riporto in basso (su "A Day's Pleasure" e "The Pilgrim") sono un tributo a questo bellissimo lavoro.
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